Edificato nel 1128 sull’isolotto di Megaride, costituito da due scogli uniti tra di loro da un grande arco, il Castel dell’Ovo è una maestosa fortificazione che, nei secoli, ha svolto non solo un ruolo difensivo ma è stato anche monastero, carcere e residenza reale. Considerato uno dei simboli della città partenopea, il Castel dell’Ovo è il castello più antico della città di Napoli.
Secondo un’antica leggenda proprio in questo isolotto approdò la sirena Partenope che poi diede il nome all’antica Napoli che fu fondata da un gruppo di greci cumani intorno al VIII secolo a.C. Il Castel dell’Ovo si trova all’interno dello storico rione di Santa Lucia e ora nelle sue sale si tengono mostre, convegni e manifestazioni, mentre esternamente il Castello regala una della viste più belle su tutto il Golfo di Napoli. Alla sua base sorge il piccolo porto “Borgo Marinari” caratterizzato da ristoranti, locali, bar e le sedi di alcuni tra i più antichi circoli nautici napoletani.
Vicino al portone di ingresso si trova una sala in tufo che prende il nome di Carcere della Regina Giovanna, questa era un’area adibita alle carceri per poi essere trasformata in stanza per custodire gli archivi di Stato. Tra le più belle del castello, c’è la Sala delle Colonne che era adibita a refettorio dei monaci ed è suddivisa in varie navate da colonne che si posano su archi a sesto acuto. Del periodo in cui la fortezza fu abitata da monaci rimangono anche i “romitori”, ovvero le celle scavate nella roccia in tufo e scoperte agli inizi del Novecento.
All’interno del Castel dell’Ovo ci sono diverse sale finemente affrescate e impiegate per eventi, convegni, meeting e riunioni, come la Sala Italia, con un magnifico soffitto a volta, la Sala Sirena, scavata nella roccia in tufo e l’Antro di Virgilio comprende un salone principale e due salette minori. Ancora finemente affrescata con opere tardo bizantine è anche la Chiesa di San Salvatore che si posa su colonne fatte in granito e ha capitelli di matrice romana.
Esternamente, infine, la terrazza dei Cannoni è la zona più alta del castello e qui i visitatori vengono soprattutto durante l’orario del tramonto per ammirare una vista mozzafiato su tutto il Golfo di Napoli.
L’accesso al Castello è gratuito e i minorenni possono accedere al Castello solo se accompagnati. L’accesso è consentito solo tramite prenotazione sul sito ufficiale del Comune di Napoli. Il tempo di visita si stima in circa 1 ora e 30 minuti.
Il Castel dell’Ovo è aperto al pubblico con i seguenti orari:
Il Castel dell’Ovo si trova in una zona centrale di Napoli, nelle cui vicinanze si trovano numerosi ristoranti, locali e alcuni degli hotel più lussuosi di tutta la città.
Il modo migliore per raggiungere il Castello è sicuramente a piedi, dato che questo dista meno di un chilometro da Piazza del Plebiscito e circa 1,5 km dal Maschio Angioino. In alternativa è possibile usare sia la metropolitana prendendo la Linea 1 e scendendo alla fermata Toledo, oppure uno dei numerosi autobus.
Coloro che arrivano dall’aeroporto Napoli Capodichino possono raggiungere il Castello tramite il servizio navetta Alibus e scendendo alla fermata Municipio, mentre dalla stazione FS Napoli Centrale è possibile prendere sempre la Linea 1 della metro dalla fermata Garibaldi fino alla fermata Toledo e da lì proseguire a piedi per circa 700 metri.
Durante la dominazione romana tra l’isolotto di Megaride e la terraferma il ricco console romano Lucio Licinio Lucullo costruì una sontuosa dimora che, presumibilmente, si estendeva fino all’attuale Piazza Municipio. In questa villa, nota come, Villa di Licinio Lucullo, Lucio oltre a creare una ricchissima biblioteca per lo studio dell’arte e della filosofia, organizzò anche ricchi banchetti con cibo raffinato ed esclusivo durante i quali avvenivano spettacoli e giochi di luci. Proprio da questa tipologia di eventi è nato l’aggettivo “luculliano” che tutt’ora indica qualcosa di raffinato e sontuoso.
Con la morte di Lucullo, la villa passò sotto il controllo dell’impero e con la salita al potere dell’imperatore Valentiniano III (419 – 455) l’edificio fu fortificato per poi divenire anche luogo d’esilio di Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore romano d’occidente, il quale morì proprio qui nel 476.
Dal V al X secolo, questo edificio divenne un eremo per monaci provenienti dalla Pannonia che con il tempo adottarono la regola benedettina e crearono un importante scriptorium, anche grazie agli antichi manoscritti lasciati in eredità da Lucullo. Nel X secolo, a causa dei numerosi attacchi da parte dei saraceni, i Duchi di Napoli trasformarono la villa in una fortezza per difendere la città dagli attacchi dei nemici, costringendo i monaci ad abbandonare l’edificio.
Con l’arrivo degli Svevi Castel dell’Ovo venne ulteriormente fortificato e, nel 1222, Federico II fece costruire la torre di Colleville, la torre Maestra e la torre di Mezzo. In questi anni, il castello svolse il ruolo sia di reggia che prigione di stato. Con Alfonso d’Aragona furono creati nuovi ambienti che resero l’edificio una vera e propria prigione che ospitò carbonari, giacobini e liberali ma anche il filosofo Tommaso Campanella.
Dopo l’Unità d’Italia il ruolo difensivo della fortezza non aveva più motivo di esserci e dopo aver pensato a lungo di distruggere il castello questo rimase in stato di abbandono fino ai lavori di restauro avvenuti nel 1975, quando il Castel dell’Ovo passò prima sotto la gestione del Ministero per i Beni Culturali e poi al Comune di Napoli.
Una delle più antiche leggende racconta che il nome Castel dell’Ovo sarebbe da ricondurre all’uovo che Virgilio avrebbe nascosto all’interno di una gabbia nei sotterranei del castello. Il luogo dove si trovava l’uovo fu chiuso e tenuto segreto poiché da “quell’ovo pendevano tutti li facti e la fortuna dil Castel Marino”.
Il destino del Castello, e quello dell’intera città di Napoli erano, quindi, legati a quello dell’uovo, che in realtà non è mai stato rinvenuto. Secondo la leggenda tramandata nei secoli, però, nel caso in cui l’uovo si fosse rotto, gravi catastrofi avrebbero colpito la città partenopea.
Al tempo della regina Giovanna I una mareggiata colpì il castello che fu colpito da ingenti danni e e per evitare che il panico si diffondesse in città, la sovrana dovette confessare di aver sostituito l’uovo. In realtà sembra che l’origine del nome Castel dell’Ovo sia dovuta al fatto che Ruggiero I Normanno costruì su delle rovine preesistenti la fortezza dandogli la forma ovulare.
Il Castel dell’Ovo si trova sull'isolotto di Megaride nello storico rione di Santa Lucia, tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia e di fronte a via Partenope.
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