Il Duomo di Napoli, noto anche come cattedrale di Santa Maria Assunta, è uno degli edifici religiosi più importanti della città ed il luogo in cui tre volte l’anno è possibile assistere al rito dello scioglimento del sangue di San Gennaro, il Santo patrono di Napoli. Il complesso del Duomo comprende anche la Basilica di Santa Restituta, dove si trova il battistero di San Giovanni in Fonte considerato il più antico in occidente, e la cappella del Tesoro di San Gennaro che conserva le reliquie del Santo.
Chi visita Napoli non può astenersi dal visitare questo magnifico esempio di architettura gotica che rappresenta un simbolo importante non solo per la storia di Napoli ma anche per tutti i napoletani. L’edificio religioso è stato nel corso degli anni più volte distrutto e ricostruito per cui la struttura che oggi ammiriamo è il frutto di diversi lavori di ristrutturazione.
Il 19 settembre di ogni anno, data in cui si ricorda il martirio di San Gennaro, nel Duomo di Napoli avviene una celebrazione solenne con la presenza del cardinale arcivescovo e di moltissimi fedeli. Durante la cerimonia si può ammirare la liquefazione del sangue del Santo che rimane sciolto per gli otto giorni successivi. Questa è una delle occasioni che richiama moltissimi fedeli e devoti al Santo non solo da Napoli e provincia ma anche da tutta la Campania.
Il Duomo si presenta con una pianta a croce latina ed è formato da un’aula suddivisa in tre navate con dieci cappelle laterali (cinque per lato), altari e monumenti funebri. La navata centrale, lunga circa 100 metri, era in origine coperta da un soffitto a capriate lignee che nel 1621 fu trasformato in un soffitto a cassettoni intagliato e dorato che ospita tele raffiguranti episodi della Bibbia. Sulla controfacciata sono collocati i sepolcri di Carlo I d’Angiò, re di Napoli, di Carlo Martello d’Angiò, re d’Ungheria, e di sua moglie Clemenza d’Asburgo.
Il transetto, dopo i lavori di restauro avvenuti nel XIX secolo, ha uno stile neogotico-barocco ed è coperto da un soffitto a cassettoni in legno dorato con dipinti del Forlì. L’abside della cattedrale, come si presenta attualmente, è il risultato di lavori avvenuti sia nel Cinquecento che nel Settecento; proprio questi ultimi avvenuti ad opera di Paolo Posi modificarono totalmente l’originaria struttura poligonale gotica e aggiunsero gli stalli lignei del coro.
Dal transetto si accede anche alla Cappella del Succorpo voluta dal Cardinale Oliviero Carafa nel 1497 che, in quell’anno, riportò in città le reliquie di san Gennaro, fino a quel momento conservate presso il Santuario di Montevergine ad Avellino.
La Cappella del Succorpo è nota anche come Cappella di San Gennaro o Cappella Carafa in onore del cardinale Oliviero Carafa che decise la sua costruzione. Prima di trovare questa collocazione le reliquie di San Gennaro furono conservate in un primo momento presso le catacombe di San Gennaro e poi presso il Santuario della Madonna di Montevergine, in provincia di Avellino. Il Cardinale Carafa decise, però, di riportare le le spoglie a Napoli dove erano già conservati la testa e il sangue del Santo.
La Cappella che è ancora di proprietà della famiglia Carafa che a fine Ottocento ordinò dei lavori di restauro e ristrutturazione. Sotto l’altare di bronzo si trova un’urna con le reliquie del corpo di San Gennaro e davanti all’altare è presente una statua in marmo del Cardinale Carafa in preghiera. La cripta, considerata una vera e propria opera d’arte, è divisa in tre navate da dieci colonne ed è completamente rivestita di marmo mentre il soffitto presenta diciotto cassettoni ornati con figure di santi e dei cherubini.
Dalla navata sinistra della cattedrale si può raggiunger la Basilica di Santa Restituita che risale all’epoca paleocristiana. Fatta costruire da Costantino I la Basilica è stata poi incorporata all’interno del complesso del Duomo e attualmente presenta una pianta a tre navate separate da colonne in stile corinzio.
Qui è possibile ammirare sia il Battistero di San Giovanni in Fonte, considerato il più antico d’occidente, sia un’area archeologica dove sono presenti resti dell’epoca greco-romana e paleocristiana.
Durante il XVI secolo la città di Napoli dovette affrontare periodi difficili legati a conflitti bellici, crisi di pestilenza ed eruzioni vulcaniche. In questa situazione i napoletani decisero di pregare San Gennaro, Santo protettore della città, di aiutarli a superare il periodo e fecero voto di costruirgli una nuova cappella all’interno del Duomo. Per questi motivi ancora tutt’oggi la Cappella non appartiene alla Diocesi ma a tutti i napoletani.
La costruzione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, iniziata l’8 giugno del 1608, fu assegnata prima all’architetto Francesco Grimaldi e alla sua morte a Giovan Giacomo di Conforto. Per realizzare la Cappella furono abbattuti diversi edifici come la chiesa di Sant’Andrea, un oratorio, tre cappelle del duomo ed alcune abitazioni.
L’edificio ha una pianta a croce greca ed è stato edificato seguendo lo stile del barocco napoletano. L’altare maggiore è al centro del presbiterio mentre due altari sono laterali e altri quattro minori sono posti alle basi dei pilastri che reggono la cupola. Tutto attorno alla cappella si trovano diciannove sculture bronzee che raffigurano i santi protettori della città e che hanno il compito di difendere Napoli dalle guerre, dalla peste e dall’eruzione del Vesuvio. Tra tutti questi spicca la scultura di San Gennaro seduto risalente al 1645 che si trova proprio vicino all’altare maggiore.
L’Altare Maggiore custodisce le ampolle con il sangue di San Gennaro mentre sopra l’altare si trova il Busto del Santo che conserva le ossa del cranio. La cappella è collegata anche al Museo del Tesoro di San Gennaro che raccoglie e conserva dipinti, statue, busti, gioielli e tessuti pregiati che Re e Regine, nobili e gente comune portarono in dono al Santo nel corso degli anni.
Il biglietto di ingresso per il Tesoro di San Gennaro ha un costo di € 12,00, mentre il biglietto ridotto (per le forze dell’ordine, gli insegnanti, etc) ha un costo di € 8,500. I bambini fino a 12 anni, le guide turistiche accreditate e i disabili con grado di disabilità dal 75% entrano gratis. Il museo dispone di rampe di accesso per persone disabili.
Presso la biglietteria è disponibile gratuitamente il QR code per scaricare l’app che permette di avere una guida multimediale del Museo.
Se volete approfondire la vostra visita insieme ad una guida ufficiale, scegliete uno dei biglietti di seguito.
L’entrata al Duomo di Napoli è gratuita e può avvenire con i seguenti orari:
L’ingresso al museo del Tesoro di San Gennaro avviene tutti i giorni con i seguenti orari:
Il Duomo si trova in pieno centro storico di Napoli, in una zona a traffico limitato (ZTL), pertanto consigliamo di raggiungere la chiesa con i mezzi pubblici oppure a piedi.
Con la metropolitana le fermate più vicine sono: Piazza Cavour, Museo oppure Dante. Per i visitatori con mobilità limitata è disponibile il Parcheggio De Santo – Gardes in Via Giuseppe dei Ruffi, una traversa di via Duomo che si trova a poco più di 100 metri dal museo.
Secondo la tradizione tre volte l’anno, il primo sabato di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre, avviene il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro che richiama ogni anno migliaia di fedeli.
Attorno all’anno 300 d.C. all’epoca di Diocleziano, uno degli imperatori che perseguitò più atrocemente i Cristiani, San Gennaro era vescovo di Benevento e decise di organizzare una visita ai fedeli a Pozzuoli. Purtroppo, però, Sosso che era diacono di Miseno e amico di San Gennaro lungo il tragitto per raggiungere Pozzuoli fu arrestato per ordine di Dragonzio, governatore della Campania. Gennaro lottò per la sua liberazione e si recò anche in visita al prigioniero. Per questi motivi il Santo fu arrestato da Dragonzio e fu condannato ad essere sbranato dai leoni.
La storia narra che le belve che avrebbero dovuto sbranare Gennaro in realtà si inginocchiarono al suo cospetto e si rifiutarono di sbranarlo. Secondo altre fonti, invece, Gennaro era un vescovo molto amato dalla popolazione e temendo insurrezioni popolari Dragonzio cambiò idea e decise di uccidere San Gennaro decapitandolo. Il 19 settembre del 305 il Santo morì decapitato.
Il corpo di San Gennaro sarebbe stato sepolto nell’Agro Marciano e solo nel V secolo grazie a Giovanni I, vescovo di Napoli, questo fu spostato nelle Catacombe di Napoli, che poi presero il suo nome. Dalla città partenopea le reliquie furono nuovamente spostate prima Benevento poi all’Abbazia di Montevergine di Avellino e, infine, grazie al cardinale Oliviero Carafa trovarono una collocazione nel Duomo di Napoli.
Secondo la tradizione, il sangue di san Gennaro si sarebbe sciolto durante il trasferimento del corpo dall’Agro Marciano a Napoli grazie all’incontro con la nutrice Eusebia che aveva con sé delle ampolle contenti il sangue del santo raccolto prima della sua morte. Il ricongiungimento delle ampolle con i resti del corpo del Santo provocarono il primo episodio di liquefazione del sangue. Per questo il primo sabato di maggio di ogni anno in ricordo della prima traslazione avviene il miracolo di San Gennaro. La seconda liquefazione avviene il 19 settembre data in cui ricorre la decapitazione, mentre una terza liquefazione avviene il 16 dicembre, “festa del patrocinio di San Gennaro”, in memoria della tragica eruzione del Vesuvio avvenuta nel 1631 e che risparmiò Napoli solo dopo che il popolo aveva invocato l’aiuto del Santo.
Anticamente in questo luogo era presente un tempio in onore del dio Apollo sui resti del quale poi fu costruita, nel IV secolo d.C., la Basilica di Santa Restituta insieme al battistero di San Giovanni in Fonte e alla Basilica di Santa Stefania. La Basilica di Santa Restituta e il Battistero di San Giovanni furono inglobati nel progetto del duomo mentre la basilica di Santa Stefania purtroppo è andata distrutta.
La chiesa voluta da Carlo d’Angiò nel 1294, che convocò architetti francesi per la sua progettazione, fu completata sotto il regno di Roberto d’Angiò nel 1313 e nel 1314 fu ufficialmente dedicata all’Assunta. Le lavorazioni all’interno dell’edificio, però, furono affidate anche a maestranze italiane, come Masuccio I, Giovanni Pisano e Nicola Pisano. Tra la metà del ‘300 e il ‘500 due forti terremoti colpirono la città di Napoli danneggiando molte parti della cattedrale. In seguito a questi eventi furono organizzati dei lavori di ristrutturazione, durante i quali furono edificate la Cappella del Succorpo e la Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro, per ringraziare il Santo che aveva aiutato la città durante l’epidemia di peste.
Nel 1788 anche la navata centrale fu ristrutturata e realizzata in stile gotico, mentre la facciata venne rifatta in stile neogotico dall’architetto Enrico Alvino. Dopo essere stata danneggiata durante la seconda guerra mondiale la cattedrale, tra il 1969 e il 1972, è stata restaurata e i lavori portarono alla luce non solo antichi resti romani e greci ma anche il cassettonato del Cinquecento.
Il Duomo di Napoli si trova nel centro storico della città a 650 metri dalla Cappella San Severo, a circa 1,5 km dalla Stazione di Napoli Centrale e a 2,5 km da Piazza del Plebiscito.
Le City Card permettono di risparmiare sui mezzi pubblici e/o sugli ingressi delle principali attrazioni turistiche.